Fondi Ue: al via le nuove proposte sui finanziamenti diretti 2021-2027

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La complessa discussione sul bilancio Ue 2021-2027 si è arenata la sera del 21 febbraio al termine della seconda giornata di un vertice straordinario del Consiglio europeo. Nonostante i tentativi del presidente Charles Michel di trovare un’intesa, i Ventisette hanno deciso di rinviare il negoziato a un nuovo summit. Le differenze di approccio tra i paesi membri si sono rivelate incolmabili. Quindi anche per quanto riguarda la nuova programmazione dei finanziamenti in via diretta per ora rimangono validi come punto di riferimento i budget contenuti nei testi presentati dalla Commissione europea la primavera 2018. Per l’esattezza il 30 maggio del 2018 erano stati resi noti i testi delle proposte di regolamento riguardanti i programmi Erasmus, Europa Creativa, Giustizia, nonché il nuovo Programma «Diritti e Valori». Il giorno dopo è stata la volta di Pericle. Dai primi di giugno sempre dello stesso anno si sono susseguiti: Life, Horizon Europe, Digital Europe, Space, Strumento per collegare l’Europa, Mercato Interno, Dogana, Fiscalis, Programma Antifrode, InvestEU, Corpo europeo di solidarietà. E a seguire le proposte dei programmi riguardanti la migrazione e la gestione delle frontiere e la difesa (https://ec.europa.eu/commission/future-europe/eu-budget-future_en).

L’ambizione della Commissione per la programmazione 2021-2027 in via diretta è quella di spendere in settori quali la ricerca e l’innovazione, i giovani e l’economia digitale poichè ciò assicurerà sostanziosi dividendi alle generazioni future. Perciò la Commissione ha proposto di aumentare i finanziamenti in numerosi settori essenziali prevedendo tra l’altro:
• un aumento di nove volte degli investimenti nella trasformazione digitale e nelle reti fino a 12 miliardi di euro, accompagnati da investimenti sostenuti dal Fondo InvestEU tramite prestiti, garanzie e altri strumenti finanziari;
• più che il raddoppio dei programmi destinati ai giovani, come Erasmus+ con 30 miliardi di euro e il corpo europeo di solidarietà con 1,3 miliardi di euro, compresi 700 milioni di euro per finanziare i biglietti Interrail per i giovani;
• quasi una triplicazione della spesa per la gestione delle frontiere esterne, della migrazione e dell’asilo, fino a 33 miliardi di euro circa rispetto ai 13 attuali, il che consentirebbe il finanziamento di 10 000 guardie di frontiera entro il 2027 nel quadro dell’Agenzia europea della guardia di frontiera ecostiera;
• un aumento del 50% degli investimenti in ricerca e innovazione, con 100 miliardi di euro riservati ai programmi faro Orizzonte Europa e Euratom;
• un aumento del 40% degli investimenti in sicurezza fino a 4,8 miliardi di euro e l’istituzione di un Fondo per la difesa con una dotazione di 13 miliardi di euro, per integrare e catalizzare la spesa nazionale nella ricerca e nello sviluppo delle capacità. Gli investimenti necessari ad agevolare la mobilità militare in tutta l’Ue saranno finanziati con 6,5 miliardi di euro tramite il meccanismo per collegare l’Europa;
• un rafforzamento del 26% dei finanziamenti per le azioni esterne fino a 120 miliardi di euro, con particolare attenzione ai paesi del vicinato, e l’accantonamento di una specifica riserva (non preassegnata) per affrontare le sfide emergenti, in particolare in materia di stabilità e migrazione. Nella prospettiva di integrare i programmi finanziati dal bilancio dell’Ue nel settore della difesa, l’Alta rappresentante propone l’istituzione di uno strumento europeo per la pace al di fuori del bilancio, con una dotazione di 10,5 miliardi di euro, per rafforzare le possibili azioni congiunte in paesi non appartenenti all’Ue.

Le novità della nuova programmazione non toccano alcuni principi “base” dei finanziamenti in via diretta. Nella scelta della forma di finanziamento da utilizzare, è sempre necessario verificare bene che cosa si vuole ottenere: i finanziamenti diretti devono essere utilizzati solo per progetti con un valore aggiunto spendibile a livello europeo; si può invece ricorrere ai Fondi strutturali nel caso di progetti locali (ad esempio, la valorizzazione di un prodotto locale o riqualificazione di infrastrutture).

Inoltre per ottenere un finanziamento diretto è necessario – oltre a proporre «un’idea progettuale spendibile a livello europeo» – un indispensabile requisito, pena la non ammissibilità: quello della transnazionalità. In pratica nel progetto devono sempre essere coinvolti partner di più paesi europei. Quasi tutti i programmi comunitari devono avere un minimo di due o tre partner. Pertanto, se si è il solo proponente, non ci si può avvalere di questi programmi, ma si deve ricorrere ai fondi strutturali. Va sottolineato che gli enti locali possono in linea teorica sempre partecipare ai progetti, in alcuni casi come capofila, in latri casi come partner. Le idee progettuali devono sempre essere di interesse per la comunità e devono rispondere ai requisiti minimi stabiliti per ogni invito a presentare proposte; devono soprattutto riguardare argomenti e temi di alta rilevanza per lo sviluppo dell’Europa comunitaria. I contributi vengono accordati sempre a fondo perduto e coprono percentuali che in media sono pari al 60 – 80% del costo del progetto. La parte del budget non coperta dal sostegno Ue deve quindi necessariamente essere cofinanziata dai partners del progetto.

 


Fonte:  Il Sole 24 Ore