Sanatoria – i primi dati e considerazioni

ENACLavoro e Salute

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Dopo più di un mese escono i primi dati sulla sanatoria dei rapporti di lavoro irregolari. Il primo dato che balza all’occhio è che l’88% delle domande inviate riguardano il lavoro domestico, il settore dell’agricoltura (per cui era stata pensata la sanatoria) riguarda solo il restante 12 %.

Quindi in realtà la sanatoria trova riscontro soprattutto tra le mura domestiche. Nelle case delle famiglie italiane si contano complessivamente 849mila colf e badanti con contratto regolare, in costante calo dal 2012 (elaborazione su dati Inps). L’Osservatorio Domina, però, ne stima un altro milione e 187mila in nero, di cui 565 mila extra-comunitari.

Sanatoria – i primi dati e considerazioni

Le circa 8.300 domande inviate in agricoltura arrivano per lo più dalle province di Caserta (1.063), Ragusa (779), Latina (690) e Salerno (684), sono invece le grandi città a raccogliere il maggior numero di richieste di regolarizzazione di colf e badanti: da Milano ne sono state inviate 9.797, da Napoli 6.565 e da Roma 5.960.

A far sorgere qualche dubbio è la nazionalità dei lavoratori interessati: «Mancano, o quasi, alcune nazionalità “cardine” del lavoro domestico come Filippine, Ecuador, Perù e alcuni Paesi dell’Est. Invece troviamo molte richieste per colf provenienti da Marocco e Cina», osserva Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina. Le nazionalità più frequenti, nell’ordine, sono: Marocco (10,2%), Ucraina (10,1%) e Bangladesh (9,8%). Richiesta la messa in regola anche di 4.697 colf e badanti cinesi. Tra i datori, invece, a fronte del 74% italiani, ce ne sono 2.059 cinesi (il 3,3%) e 1.688 (2,7%) di origine marocchina. «Il rischio è che si tratti di regolarizzazioni fittizie, cioè di persone che sfruttano la sanatoria per ottenere il permesso di soggiorno», dice Gasparrini.

Per dare un giudizio sui costi/ benefici di questa sanatoria, bisognerà aspettare il 15 agosto prossimo(quando scadrà la sanatoria). Per ora i costi della procedura, stimati in 75,2 milioni di euro nel Dl Rilancio, diverranno sostenibili dalle 200mila adesioni in su: sotto questa soglia resta negativo il saldo tra costi e contributi immediati derivanti dalla regolarizzazione.